Calcioscommesse: perchè i tesserati non possono scommettere?

Quando nel 2006 scoppiò il famoso caso Calciopoli, che portò l’Italia a vincere i Mondiali dopo un grande scatto di orgoglio interiore, il codice di Giustizia Sportiva fu notevolmente modificato per inasprire le forme di sanzione nei confronti di tutti i tesserati che avessero commesso illeciti sportivi, come ad esempio le scommesse su eventi legati alla loro attività.

Attualmente il codice di Giustizia Sportiva all’articolo 6 stabilisce che ogni tesserato  non solo ha il divieto di scommessa, ma anche l’obbligo di denuncia. Leggendo soltanto il titolo dell’articolo è facile intuire perché a inizio stagione 2012/2013 Antonio Conte sia stato punito con una squalifica di 10 mesi dalla Giustizia, proprio per omessa denuncia di fatti a lui noti, stando all’accusa, riguardanti eventi accaduti a Bari quando egli era allenatore. L’articolo riguarda dirigenti, soci, tesserati e tutti coloro i quali appartengono al settore professionistico che non possono effettuare o accettare scommesse: questo significa che non viene punito chi falsa il risultato di una partita, ma un qualsiasi tesserato. L’ambito riguarda non solo la FIGC, ma anche la FIFA e l’UEFA.

La violazione di tale articolo comporta una inibizione non inferiore ai due anni, squalifica in caso di giocatore o allenatore, e un’ammenda non inferiore ai 25.000 euro. Nel caso in cui vi fossero soggetti che abbiano avuto rapporti con società o persone che sono venute a conoscenza di scommesse o tentativi di scommessa sono tenuti a denunciare il fatto, come appunto dicevamo prima, e il mancato adempimento a tale situazione comporta l’inibizione non inferiore ai 3 mesi e un’ammenda non inferiore a 15.000 euro. È propriamente questo il caso che ha visto coinvolto Antonio Conte, mentre per quanto riguarda il precedente aspetto possiamo facilmente riportare l’esempio di molti giocatori, come Christian Bertani, ex attaccante della Sampdoria, e Stefano Guberti, ex esterno di centrocampo del Torino, entrambi squalificati per tre anni.

Insieme con le scommesse è punito l’illecito sportivo, che riguarda il falsificare una gara alternandone lo svolgimento, altro aspetto che rientra nel concetto di Calcioscommesse. Le società  e i tesserati tutti vengono puniti in maniera analoga a quanto espresso in precedenza con sanzioni che riportano un minimo di 3 anni di squalifica e un’ammenda non inferiore ai 50.000 euro in caso di tesserati.

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